scuole elementari

WANGARI MAATHAI

la donna che piantava gli alberi

“Un albero è come la libertà, svetta maestoso verso il cielo ma ha radici profonde e nascoste, piantate nella terra da altri prima di noi”

                                                           Wangari Maathai

“C’era una volta, in un paese molto lontano…” ecco la consueta frase con cui iniziano tutte le fiabe. Ma quando mi sono approcciata a questo lavoro, essendo rivolto ai bambini delle scuole elementari, mi sono domandata se avrei potuto iniziare proprio così anche questa storia. La risposta è presto arrivata: sì! Perché la vita di questa donna, anche se in alcuni momenti drammatica e dolorosa, ci racconta che tutti noi possiamo fare qualcosa per trasformare il mondo esattamente come nelle fiabe.

Siamo nel 1940 in Kenya. In un piccolo villaggio nasce una bambina che cambierà le sorti del suo paese e non solo. Wangari riceve un’educazione, studia all’università di Pittsburgh, è la prima donna centroafricana a laurearsi in biologia. Quando torna nel suo paese si rende conto che il problema della siccità e della fame, nelle terre che erano appartenute alla sua gente da sempre, dipendeva dal fatto che le multinazionali, espropriando e disboscando, per fare agricoltura intensiva, depauperavano il terreno che era sempre più improduttivo e sterile. Inoltre la gente a cui venivano strappate le terre, era costretta a lavorare per le multinazionali stesse e quindi perdeva la sua indipendenza e capacità di nutrirsi e nutrire le proprie famiglie. Fu allora che Wangari capì che bisognava fare qualcosa. Chiamò a raccolta le donne del suo villaggio e con loro piantò sette alberi in segno di pace. Da lì non ha più smesso di piantare alberi. Nasce così il Green Belt Moviment grazie al quale vengono piantati 40 milioni di alberi. Wangari lotta per la democrazia, la giustizia sociale, i diritti umani, la libertà di espressione, la cancellazione del debito pubblico estero dei paesi più poveri e anche per i diritti delle donne africane. La repressione fu forte ed organizzata: le donne vennero incarcerate e picchiate ed il marito stesso di Wangari la ripudiò gettandola nella macchina del fango. Ma lei non si fece abbattere, continuò le sue battaglie candidandosi e vincendo alle elezioni, fino al raggiungimento del Premio Nobel per la pace nel 2004.

 Il mezzo del video non è sempre facile per i bambini, sono certamente molto abituati a fruirne, ma i ritmi televisivi sono molto più frenetici di quelli di un racconto teatrale. Quindi il punto fondamentale è trovare un equilibrio tra il racconto e la spettacolarizzazione, così da rendere la lezione più divertente e interessante per un bambino. Il miglior mezzo che possiedo per raggiungere questo obiettivo è il Teatro di figura (teatro di oggetti, burattini, marionette, puppets, ombre ecc.). Attraverso pupazzi, casette costruite rigorosamente a mano e oggetti di ogni sorta, il racconto diventa una specie di plastico animato, un fumetto concreto, un mondo in miniatura da guardare e nel quale sognare. Lo spazio del video diventa un campo da gioco da trasformare ogni volta che il racconto lo richiede.

Al termine della lezione spettacolo ci sarà lo spazio per domande e spunti per continuare il dibattito in classe: oggi a che punto siamo? Quali conquiste hanno ottenuto le donne e quali ancora devono ottenere? Cosa vuol dire “diritti uguali per tutti”?

Con: Giada Parlanti

Regia di: Vite Pazzesche